DIM·MID ospita un seminario di meditazione buddhista e cristiana
Un seminario a Sant’Anselmo a Roma ha riunito monaci cristiani e buddhisti per un’esplorazione condivisa della pratica contemplativa. Radicato nel rispetto reciproco, il dialogo ha aperto nuove strade di comprensione e arricchimento spirituale.
7 Luglio 2025
di P. Cyprian Consiglio, Segretario Generale di DIM·MID, e Fr. Matteo Nicolini-Zani, Coordinatore Nazionale di DIM·MID Italia
La mattina di giovedì 26 giugno, presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo a Roma, si è svolto un seminario monastico interreligioso sulla meditazione nelle prospettive buddhista e cristiana. Il principale promotore dell’evento è stato DIM·MID (Dialogue Interreligieux Monastique · Monastic Interreligious Dialogue), un’organizzazione internazionale che promuove e sostiene il dialogo interreligioso, in particolare a livello di esperienza spirituale e pratica religiosa, tra monaci e monache cristiani e seguaci di altre religioni. L’incontro è stato co-sponsorizzato da altre istituzioni, associazioni e gruppi: l’International Buddhist Studies College (IBSC) della Mahachulalongkornrajavidyalaya University (MCU), il monastero buddhista Santacittarama, la sezione italiana della World Community for Christian Meditation (WCCM), i gruppi Darsi Pace e l’Associazione per la Meditazione di Consapevolezza (A.Me.Co.).
Il seminario è stato il frutto inatteso di una recente esperienza spirituale che ha portato un gruppo di cinque monaci cristiani (due monache e quattro monaci) dall’Italia e dalla Corea in Thailandia. L’anno scorso, dal 30 novembre al 7 dicembre, il gruppo, accompagnato da un sacerdote cattolico, è stato accolto a partecipare a una settimana del ritiro annuale di un mese organizzato da IBSC. Il gruppo ha potuto unirsi a tutti gli altri partecipanti in una pratica intensiva di meditazione di “consapevolezza” o “vipassanā”, guidata da un’équipe di maestri di meditazione che insegnano presso l’IBSC. Durante quei giorni, uno dei maestri di meditazione era Phramaha Hansa Dhammahaso, monaco buddhista thailandese, con il quale il gruppo cristiano ha vissuto un breve ma intenso incontro. Egli li ha accolti calorosamente, ha espresso la sua gioia per la loro partecipazione e li ha incoraggiati a sviluppare questa pratica all’interno della loro vita spirituale cristiana.
Per DIM·MID, la visita in Italia del Venerabile Hansa Dhammahaso, accompagnato dal Venerabile Weerasak Abhinandavedi, monaco thailandese, e dal Venerabile Neminda, monaco birmano, entrambi docenti presso l’IBSC di Bangkok, è stata un’occasione benedetta per sviluppare la collaborazione con IBSC, rafforzare il legame di fraternità con i monaci buddhisti thailandesi incontrati l’anno precedente in Thailandia e approfondire la condivisione delle rispettive ricchezze in materia di meditazione e contemplazione.
Uno dei principali ambiti di convergenza tra buddhismo e cristianesimo è proprio la lunga storia di pratiche contemplative e metodi di meditazione. La meditazione è un terreno spirituale comune che le due tradizioni condividono come pratica finalizzata al raggiungimento dei rispettivi obiettivi, ossia liberazione e salvezza. La vita monastica, tanto nel buddhismo quanto nel cristianesimo, incoraggia monaci e monache a sviluppare la propria vita spirituale attraverso diversi strumenti, e la meditazione è uno dei principali. In questo contesto, il seminario a Sant’Anselmo è stato orientato a esplorare reciprocamente le tradizioni di meditazione buddhista e cristiana, con particolare attenzione a comprendere i principi teologici e gli scopi spirituali di entrambi i cammini meditativi.
Avevamo due obiettivi. Il primo era fare – e fare insieme – un passo avanti nell’aiutarsi reciprocamente a conoscere meglio le nostre tradizioni viventi nell’ambito di ciò che chiamiamo meditazione o contemplazione. Con questo esercizio faccia a faccia, i partecipanti buddhisti hanno potuto acquisire una più profonda consapevolezza di ciò che i cristiani intendono quando parlano di quella particolare forma di preghiera che chiamano meditazione, preghiera silenziosa, preghiera quieta o esicasta. I cristiani, a loro volta, hanno acquisito maggiore consapevolezza del significato originario di pratiche espresse con termini come “insight meditation” o “mindfulness”. Le due relazioni – una del Venerabile Hansa Dhammahaso (Phra Medhivajarapundit), già direttore dell’IBSC, stimato studioso e maestro di meditazione, e l’altra di suor Benedetta Bucchi, monaca contemplativa esperta della tradizione esicasta cristiana orientale e attualmente dottoranda a Sant’Anselmo – hanno affrontato l’argomento da due prospettive particolari: la prospettiva theravāda dal lato buddhista e la prospettiva monastica dal lato cristiano.
Queste relazioni hanno chiarito sia le convergenze sia le divergenze tra la preghiera meditativa cristiana e la pratica meditativa buddhista. Con questo quadro di riferimento, abbiamo potuto avviare un dialogo tra i partecipanti riguardo al secondo focus del nostro seminario: “Quale possibile intreccio esiste tra le pratiche di meditazione buddhiste e cristiane?” Dal punto di vista cristiano, questa domanda è particolarmente stimolante, poiché affronta il tema di come la meditazione buddhista possa sostenere e arricchire la pratica cristiana della preghiera meditativa come cammino di liberazione e via di comunione con Dio. Il nostro lungo, intenso e fruttuoso dialogo è stato arricchito dai numerosi contributi dei partecipanti, che hanno condiviso intuizioni sia a livello teorico sia a partire dalla loro esperienza concreta e vivente di meditazione.
Speriamo che questo evento rappresenti solo un primo passo di un dialogo continuo su un tema cruciale sia per i cristiani sia per i buddhisti, e in particolare per i monaci e le monache che seguono le orme del Buddha e del Cristo.







