Una messa a punto liturgica: l’abate Alban Riley sulla riforma del calendario benedettino

L’abate Alban Riley sta guidando la revisione del calendario liturgico benedettino, un po’ come aggiornare il modulo di controllo di un’auto per garantirne il buon funzionamento. Le modifiche proposte mirano a bilanciare il ciclo delle feste e delle stagioni, offrendo al contempo ai monasteri una certa flessibilità e preservando la tradizione benedettina di dare priorità ai tempi liturgici rispetto a un elenco sempre più ampio di santi.

Foto per gentile concessione di Westminster Abbey

25 Marzo 2025

La liturgia ha qualche somiglianza con un’automobile. Ha un ciclo che gira continuamente, come le ruote di un’automobile e il suo motore. Ma non si limita a far girare le ruote, sta andando da qualche parte e sta portando il popolo di Dio con sé fino all’eschaton.

Sto presentando delle proposte di revisione del calendario liturgico benedettino, e il calendario ha un rapporto con la liturgia simile a quello del modulo di controllo elettronico dell’automobile. Il calendario è arido e tecnico, come un programma per computer, ma è essenziale per il corretto funzionamento del veicolo.

E di tanto in tanto, quando si porta l’auto a fare un controllo, si deve aggiornare il software del modulo di controllo. Ecco a che punto siamo con il nostro calendario corretto.

La maggior parte dei calendari propri sembra essere un supplemento al Calendario Generale Romano. Questo è stato indicato dalla Congregazione per il Culto Divino nella sua Istruzione sui calendari del 1970. Vi si legge: “I proprî e i calendari particolari sono stati formati in modo tale da essere aggiunti a mo’ di appendice al Breviario e al Messale pubblicati da san Pio V, quando questi sono stati sostituiti dalle singole diocesi e famiglie religiose ai propri libri propri e tradizionali”.

Tuttavia il Calendario benedettino non è mai stato così. Abbiamo sempre avuto i nostri breviari. Nel 1915 la Santa Sede approvò un calendario proprio per tutta la Confederazione benedettina. Ma, per esempio, quando Papa Benedetto XV nel 1920 aggiunse Sant’Efrem Diacono al Calendario Romano Generale come Dottore della Chiesa, questo non fu automaticamente aggiunto al Calendario Benedettino. Ci fu un indulto separato nel 1921 che lo concesse. E la stessa cosa è accaduta con altri Dottori della Chiesa. Ma altri Santi che sono entrati nel Calendario Romano non sono stati aggiunti al proprio benedettino. Un esempio lampante è la festa del Preziosissimo Sangue, che nel 1931 divenne un Doppio di Prima Classe, cioè una Solennità, nel Calendario Romano. Ma non è mai stata inserita nel Calendario benedettino in alcuna forma.

Nel 1972 ci è stato concesso un nuovo Calendario proprio, sulla scia del Vaticano II. Sembra che all’inizio i funzionari della Congregazione per il Culto Divino abbiano continuato a considerare il Calendario benedettino nella stessa maniera, cioè che avrebbe dovuto essere modificato separatamente quando ci fossero stati cambiamenti nel Calendario romano. Con il passare del tempo, tuttavia, i funzionari della Congregazione hanno iniziato a sostenere che le modifiche del Calendario Romano si sarebbero automaticamente applicate ai Benedettini. D’altra parte, nel 2004 la Congregazione ha approvato il nuovo Antiphonale monasticum con il Calendario del 1972, che non riflette le molte nuove celebrazioni che erano state aggiunte nel frattempo al Calendario romano.

However a few years later the attitude of the Congregation seems to have hardened, and Abbot Primate Notker in 2009 decided not to go any further with updating the Benedictine Calendar.

This brings us to 2018, when the Congregation approved a Proper Calendar for the Carthusian Order. This omitted many saints from the Roman Calendar and included of course saints proper to the Carthusians. It even has a slightly different set of ranks of celebrations, with feasts of 3 readings and feasts of 12 readings. So the Carthusian Calendar seems to be autonomous, not an automatic reflection of the Roman. Besides this, changes in the personnel of the Congregation, now Dicastery for Divine Worship and the Discipline of the Sacraments, gave some hope to the synod of presidents that the Dicastery would be more open to granting the Benedictines a Proper Calendar which doesn’t automatically reflect the increased number of saints in the Roman Calendar. So in 2022 Abbot Primate Gregory set up a Calendar Commission, and we have come up with a proposal, accepted by the Synod of Presidents in 2023, which we would like you to approve so that it can be presented to the Dicastery. The Dicastery is aware through informal talks of what we are planning.

Ma perché fare tutto questo? Perché non accettare semplicemente l’aggiornamento automatico del nostro Calendario? Il motivo principale è quello di salvaguardare la predominanza del ciclo delle feste e delle ricorrenze del Signore. C’è sempre la tendenza ad aggiungere altre feste di santi. I benedettini si sono storicamente preoccupati di tenere sotto controllo questa tendenza. Per esempio, il calendario benedettino pre-Vaticano II aveva più di cento feste di santi in meno nell’anno rispetto al calendario romano dell’epoca.

Naturalmente non possiamo essere completamente indipendenti dal Rito romano, perché ne facciamo parte. Quindi la nostra proposta include di fatto tutti i nuovi santi, ma quasi tutti come memorie facoltative. Questo costituirebbe il Calendario benedettino generale. Insieme al Calendario è inclusa un’Introduzione (Praenotanda in latino) che prevede un certo grado di sussidiarietà. In base alle disposizioni di questa Introduzione, le congregazioni monastiche (e i singoli monasteri) redigerebbero i loro calendari particolari basandosi su quello generale benedettino, ma tralasciando alcune memorie facoltative, in modo da ottenere il giusto equilibrio di santi e tempi liturgici.

Cosa succede quando si aggiungono nuovi santi al calendario generale romano? I Praenotanda prevedono che l’Abate Primate possa aggiungerli al Calendario benedettino, sentito il voto della Commissione liturgica benedettina. Il che significa che dovremmo avere una Commissione Liturgica Benedettina. Non ce n’è più una, credo, dal tempo in cui si produceva il Thesaurus negli anni ’70.

A proposito dei Praenotanda, devo dire che l’ufficio liturgico dei Cistercensi è stato coinvolto nelle deliberazioni della nostra commissione, e di fatto i Trappisti hanno adottato i nostri Praenotanda nelle loro proposte di calendario. I cistercensi di comune osservanza stanno valutando la questione.

La nostra proposta contiene un’aggiunta notevole al calendario, ossia la ripresa della festa di Tutti i Santi del nostro Ordine e della Commemorazione di Tutti i Defunti del nostro Ordine. Queste erano presenti nel nostro Calendario prima del 1972 e abbiamo pensato che il loro ritorno sarebbe stato un buon modo per celebrare i santi e i defunti senza appesantire troppo il calendario. Si potrebbe obiettare che queste due celebrazioni sono un doppione di quelle di Ognissanti e di Tutti i Defunti, ma ovviamente sono più specifiche. Qualsiasi commemorazione di un Santo, infatti, è un doppione di Ognissanti: con questo ragionamento non ci sarebbe bisogno di alcuna festa dei Santi oltre al 1° novembre.

Infine, devo ammettere che la liturgia non è un’automobile e il calendario non è un computer. La liturgia è in definitiva il corpo vivo di Cristo e non qualcosa di meccanico. Il calendario è qualcosa che cresce organicamente, oltre ad essere un insieme di regole. Penso che la nostra proposta non sia qualcosa di astratto, elaborato da un comitato. Piuttosto cerca di riflettere la realtà e il carattere della vita benedettina.

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